Eh si, il primo di Aprile è il giorno degli scherzi. Ma l’articolo pubblicato sul sito dell’azienda Scarpa riguarda Moreno Pesce, uno che proprio non scherza affatto.
Moreno è un ragazzo quarantenne di Noale che un giorno di diversi anni fa si trovò a parlare faccia a faccia con il destino. Un brutto incidente in moto, questione di pochi istanti, e la vita che presenta il conto. Un’operazione lo salva, ma si ritrova con una protesi da metà femore in giù. Un fatto durissimo che mette alla prova chiunque. E Moreno risponde a modo, senza mezzi termini, con la schiena dritta.
Da quel giorno maledetto Moreno è un vero sportivo che affronta le sue sfide con determinazione. La sua specialità è domare la fatica. Affronta le sue sfide estreme in montagna con coraggio e con una straordinaria forza sconfiggendo le paure, sempre senza l’ossessione della performance a tutti i costi: «Cerco di fare il mio, al massimo delle possibilità, questo è poco ma sicuro. Se sono premiato da un crono migliore della gara precedente posso essere contento, perché allora ho lavorato bene. Altrimenti non fa niente: la lancetta non è per niente un’ossessione».
Moreno si prepara a dovere, affronta sfide alla pari con atleti normodotati, adora la montagna.
E sul sito dell’azienda Scarpa ci spiega come la forza di volontà e la motivazione annullano ogni ostacolo:
“La motivazione per tornare a camminare tra i monti è stata forte. Dopo l’incidente, continuavo a guardare due foto del mio passato; una era la croce sopra la Tofana e l’altra il lato nord delle 3 Cime di Lavaredo dal rifugio Locatelli. E ascoltandomi…eccomi qui. La sfida è nata per gioco e l’ho raccolta. Oggi di queste sfide vinte, ne conto parecchie e ringrazio sempre chi mi ha permesso ciò. Oggi cerco nuovi paesaggi, nuove sensazioni e nuovi sorrisi. Far chilometri per ammirare i paesaggi non mi spaventa. E finché la mia famiglia mi appoggia, tutto risulta più semplice. Sconfinare (Hinterstoder, Kitzbuhel e Wengen) e andare fuori triveneto (Lago d’Iseo, Santa Caterina Valfurva) credo possa essere solo il proseguo di questa nuova vita: adoro la montagna.”
Vi domandate che tipo di preparazione sia necessaria per affrontare eventi del genere?
“Una preparazione fisica ci vuole, dove per me, oltre alla gamba, contano le braccia e soprattutto la testa. Non nego che più volte in momenti di difficoltà mi ripeto: ma chi me l’ha fatto fare! Ma poi la sensazione di pace interiore torna in me e prende il sopravvento anestetizzando le stanchezze.”
Moreno corre anche su pendii dove solitamente un atleta lo percorre nel senso contrario, da su a giu per capirci, perché sono pendii innevati.
Come superare il freddo?
“A volte il freddo lancia il segnale, tuttavia riesco a recuperare la temperatura ideale abbastanza in fretta. Soprattutto alle mani, in fase di compressione con le stampelle, la circolazione sanguigna è più problematica. Allora metto i sovra guanti e sono apposto.” E se non bastasse “penso al traguardo delle Tulot di Pinzolo: è stato il più significativo in quanto papà, perché c’erano ad attendermi in cima, Elisa e la mia compagna Antonella. Due baci dopo un tale sforzo, han detto tutto a me. E stanchezze e freddo, son sparite subito.”
E se per caso siete pronti per affrontare la vostra prossima sfida, ricordatevi che “dalla testa parte tutto. Se si è apposto e sereni con la testa, tutto risulta più facile. L’obiettivo è sempre li, non scappa. E’ proprio dietro l’angolo.”
Grande Moreno! Leggetevi subito tutta l’intervista.
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