Impresa tutta italiana in terra USA: l’imprenditore Enrico Bergamelli e il suo coach Aldo Zini hanno attraversato con successo gli Stati Uniti d’America. Partiti il 18 giugno, sono arrivati, dopo 8 giorni, 10 ore e 59 minuti ad Annapolis, il traguardo della gara di ultracycling più dura del mondo.
Quindi esattamente 8 giorni, 10 ore e 59 minuti per un totale di 3069,25 miglia percorse alla media di 15,2 mil/h (24,5 km/h). Questi sono i numeri del successo di Enrico Bergamelli e del suo coach Aldo Zini alla 35° edizione della Race Across America.
Dopo più di 5.000 km tutti di un fiato a staffetta e la consapevolezza di aver anche quasi raggiunto l’obiettivo dei 5.000 Euro da destinare in beneficienza all’associazione ConGiulia Onlus, che supporta il reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo (la campagna online è ancora disponibile su www.kendoo.it/5000km), i due atleti della bergamasca torneranno a casa con la certezza di aver compiuto un’impresa memorabile.
Una vittoria di misura sui secondi arrivati del raggruppamento maschile Under 50, The Princess Foundation, che hanno raggiunto l’Oceano Atlantico quasi quattro ore dopo. Negli altri team 2-Person sono arrivati prima del team Gruberg – Ultracycling Dreams – Zini Cycling, con otto ore di vantaggio, solo i “mixed” Coast to Coast (vincitori assoluti in “doppio”), mentre altri due si sono ritirati.
In quest’impresa Bergamelli e Zini hanno attraversato nell’ordine: California, Arizona, Utah, Colorado, Kansas, Missouri, Illinois, Indiana, Ohio, West Virginia, Pennsylvania e Maryland. A supporto della coppia bergamasco-milanese, l’equipaggio di professionisti e appassionati capitanato da Mauro Farabegoli comprendeva inoltre Massimiliano Dall’Ara, Andrea Lombardi, Paolo Bronzetti, Walter Casadei, Corrado Stucchi, Gianni Carrara, Luca Masini, Ronald Paul Reber e Jonathan Swanson.
Ecco le parole a fine gara di Aldo Zini:
“È stata davvero una grande emozione poter attraversare gli Stati Uniti in bici. Avercela fatta è la soddisfazione più grande: ogni ripartenza era molto difficile; poi in sella si pedalava e si pensava alla vittoria. L’attraversamento dell’Arizona è stato il momento più arduo: il proverbiale caldo infernale non si è fatto attendere e non sono mancati tutti i dubbi della fase iniziale”.
Queste invece quelle di Enrico Bergamelli:
“Sapevo che c’erano incognite importanti: la notte andavo bene ma ho patito le temperature. Pensavo di trovare un po’ più di fresco invece tutta la gara è stata molto calda. Ho preferito i turni notturni dove stavo meglio, perché nelle ore diurne abbiamo vissuto molti giorni fra i 34 e i 40 gradi. Aldo ha incontrato una volta la pioggia, ma ha corso spesso nelle ore più calde, toccando perfino i 50 gradi. Mi sono abituato per la prima volta ai microsonni e mi hanno aiutato molto. Com’era prevedibile ci sono stati anche un po’ di problemi di sottosella, ma niente di imprevisto. Quello che conta è l’emozione di essere riuscito a compiere l’impresa senza però crisi importanti: aver finito ogni turno con un buon massaggio e aver avuto un team capace di alimentarci bene e gestire ogni situazione in modo compatto e adeguato è stato importante. Ancora più fondamentale la preparazione atletica che ho ricevuto da Aldo nell’ultimo anno e mezzo. Il risultato è arrivato proprio grazie all’efficienza di questo gruppo: diversamente sarebbe stato impossibile”.
Grandi ragazzi! La vostra è stata una bellissima impresa che meriterebbe le prime pagine di ogni giornale.